Se pensiamo alla parola “viaggio” le abbiniamo principalmente i termini turismo, divertimento, esplorazione, scoperta. O anche travel blogging. Ma quello che spesso si dimentica è che a volte si parte per un viaggio con la semplice intenzione di riposarsi.
Ed è proprio quello che è capitato a noi. I Dueinviaggio erano stanchi, esausti, perché oltre il mondo patinato dei social c’è la realtà, la vita vera fatta di lavoro, problemi familiari o di salute.
Alla fine del 2022 l’unica cosa che volevamo era staccare da tutto almeno per una settimana e andare incontro alla primavera.
Tenerife e l’eterna primavera
Abbiamo letto spesso che l’isola di Tenerife, la più grande delle isole Canarie, arcipelago spagnolo nell’Oceano Atlantico, viene definita l’isola dell’eterna primavera. Abbiamo deciso di scoprire se era vero: e non avendo voglia di preoccupazioni e perdite di tempo dovute all'organizzazione in proprio, per i motivi elencati prima, abbiamo comprato un pacchetto tutto compreso e siamo partiti.
Atterrati all’aeroporto Reina Sofia di Tenerife Sud con 3 ore di ritardo e lo stomaco sottosopra per via delle turbolenze, abbiamo pensato che l’inizio non era proprio dei migliori, causa un volo che doveva essere breve ma è diventato interminabile e le nuvole che abbiamo trovato ad attenderci all'arrivo.
Così è cominciata la nostra vacanza a Tenerife.
L'isola era già conosciuta dai Romani che la chiamavano Nivaria (dal latino nix, nivis, cioè neve), in riferimento alle nevi perenni che imbiancano il Teide, il vulcano che domina il suo panorama.
Ultima isola delle Canarie ad essere conquistata dagli spagnoli, era abitata dal popolo dei Guanci (guanches), che la chiamava Chenech, Chinech o Achinech e che l’avevano suddivisa in nove regni governati dai nove figli di Tinerfe il Grande, l’ultimo suo re.
Gli spagnoli introdussero la coltivazione della canna da zucchero, della vite e dei banani, oltre all'allevamento della cocciniglia per produrre tinture.
Nel 1797 l’ammiraglio inglese Horatio Nelson la attaccò senza successo e perse il braccio destro alla fine di une furiosa battaglia.
Il famigerato dittatore spagnolo Francisco Franco, di stanza a Tenerife, nel 1936 ideò il colpo di Stato e le Canarie caddero subito in mano ai nazionalisti che giustiziarono sommariamente tutti gli oppositori al regime.
Cosa fare a Tenerife
Siamo arrivati a Tenerife con tutte le intenzioni di poltrire a bordo piscina ma, si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio... Non abbiamo resistito e per due giorni siamo partiti all’esplorazione dell’isola.
Abbiamo dedicato il primo giorno al periplo dell'isola (via terra).
Prima sosta a Los Gigantes per ammirare le famose scogliere a strapiombo sull’oceano. Queste pareti di roccia vulcanica, che i Guanci chiamavano la muraglia dell’inferno credendo che fosse la fine del mondo, in alcuni punti raggiungono i 600 metri di altezza e si estendono per circa 10 chilometri.
Abbiamo proseguito per Gerachico che nel 1706, quando era il porto principale, venne completamente distrutta da un’eruzione del vulcano Trevejo. La conseguenza più evidente di questa catastrofe è stata la formazione delle piscine naturali di El Caleton, generate dal contatto della lava incandescente con l’acqua fredda dell’oceano.
In tarda mattinata siamo arrivati a Icod de Los Vinos, una tipica cittadina canaria, che ci ha conquistato fin dal primo momento. Il luogo è famoso per il Drago Millenario, un esemplare di Dracaena draco, pianta simbolo di Tenerife la cui età di aggira intorno ai 900 anni.
In tutta sincerità siamo stati attratti sia dall’atmosfera della cittadina che dai suoi luoghi iconici: la piccola Piazza de la Constitucion circondata da palazzi coloniali, la bella chiesa di San Marco, il Museo della Malvasia e la Casa Lorenzo Caceres con il suo splendido patio.
Volevamo fermarci più a lungo e visitare la Casa del Platano ma ci eravamo ripromessi di arrivare a Puerto de la Cruz per pranzo. Quindi a malincuore ci rimettiamo in marcia.
Puerto de la Cruz è famosa per l’enorme zoo di Loro Parque e per il lago Martianez, un complesso di piscine di acqua salata progettato dall'architetto César Manrique. Ma noi decidiamo di dedicare le poche ore a disposizione ad esplorare il suo centro storico, curiosare in alcuni negozietti locali, passeggiare lungo l’oceano e semplicemente apprezzare il momento.
Non avendo il tempo per vedere entrambe, dovevamo decidere se andare a La Orotava e visitare i suoi giardini oppure proseguire verso San Cristobal de la Laguna. Scegliamo la seconda opzione.
La Laguna era l’antica capitale dell’isola, è considerata la capitale culturale delle isole Canarie e nel 1999 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Abbiamo passeggiato nel centro storico, un susseguirsi di palazzi storici costruiti dal XVI al XIX secolo tra cui il Palacio de Nava e la Casa de los Capitanes Generales.
Vista l’ora siamo entrati solo nel cortile di Casa Salazar e nella Casa Lercaro dal 1993 sede del Museo di Storia e Antropologia di Tenerife, per vedere un bellissimo esempio di balconi lignei in tipico stile canario e sentire la leggenda del fantasma più celebre dell’isola, che ora raccontiamo anche a voi.
Catalina Lercaro, appartenente ad una ricca famiglia di mercanti di origine genovese, venne promessa in sposa ad un uomo molto ricco ma anche molto più anziano di lei. Per evitare le nozze il giorno del matrimonio si uccise gettandosi nel pozzo del cortile. La leggenda racconta che Catalina venne sepolta in una delle stanze del palazzo, perché la Chiesa cattolica non permetteva una sepoltura in luogo consacrato ai suicidi. A seguito dello scandalo la famiglia dovette trasferirsi a La Orotava, mentre il fantasma di Catalina rimase nella casa a terrorizzare i custodi che si sono succeduti negli anni fino alla decisione di lasciare il museo senza custode nelle ore notturne.
Sulla via del ritorno avremmo voluto fermarci a visitare la basilica di Nostra Signora della Candelaria, patrona delle Isole Canarie e famoso luogo di pellegrinaggio, ma era troppo tardi e abbiamo preso la via del ritorno verso l’hotel.
Il secondo giorno di esplorazione lo dedichiamo interamente al Teide, il vulcano che con i suoi 3.715 m di altezza è la montagna più alta di Spagna e il terzo vulcano al mondo per altitudine. Per i Guanci qui si trovava il Paradiso e qui viveva il Guayota, che rapì il dio della luce Magec e lo portò all’interno della montagna. L’ultima eruzione risale al 1909 ma il vulcano è ancora attivo, come testimoniano le tante fumarole che si levano dalla sua cima.
Il Parco Nazionale del Teide è il parco nazionale più visitato d’Europa e nel 2007 ha ottenuto il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La cima del vulcano può essere raggiunta grazie alla funivia che parte dalla stazione base posta a 2.356 m. di altezza, con arrivo alla stazione La Rambleta a 3.555 m. Da qui parte un sentiero noto come Telesforo Bravo (di difficoltà alta) che arriva fino alla sommità. Per accedere a questo sentiero si deve richiedere in anticipo un permesso gratuito alla Central de Reservas Online del Organismo Autónomo de Parques Nacionales.
Non avevamo intenzione di salire fino alla cima del vulcano ma in ogni caso, a seguito di una mia brutta caduta (sono Sandra) mentre camminavo lungo un sentiero in piano, con difficoltà pari a zero (sic) abbiamo deciso non solo di ritornare indietro ma di rinunciare anche all’altra tappa prevista per la giornata, ovvero il villaggio pirata di Masca.
E finalmente è arrivato l'agognato ozio a bordo piscina!
Il nostro viaggio a Tenerife non è stato contrassegnato dalla fortuna ma ciò nonostante abbiamo apprezzato molto l’isola, ci siamo riposati e soprattutto ci siamo goduti il suo clima caldo.
Dove alloggiare a Tenerife
Scegliere dove alloggiare, sia come luogo che come struttura, è sempre una delle decisioni più importanti in un viaggio. Per alloggiare a Tenerife abbiamo scelto la Costa Adeje, nel sud ovest dell’isola, e il suo hotel H10 Gran Tinerfe con l’opzione privilege all inclusive.
Questa opzione ci dava diritto ad una camera vista mare, l’accesso ad una lounge riservata con un mini bar sempre rifornito, una terrazza con letti balinesi, sedie sdraio imbottite, vasca Jacuzzi e menu alla carta nel migliore ristorante dell’hotel. Ma il vero plus si è rivelato il personale, gentile e disponibile senza mai essere invadente: io (sono Andrea) ho avuto un piccolo inconveniente di salute, e tutti si sono prodigati perché avessi quello di cui avevo bisogno.
Una settimana passa in fretta e in un attimo eravamo di nuovo all’aeroporto per il rientro e immaginate? Il volo è stato terribile, con forti venti in quota che ci hanno fatto ballare per quasi 20 minuti, urla, pianti dei bambini e un passeggero seduto dietro di noi che ha avuto un malore.
Decisamente Tenerife non rimane nella nostra memoria come un luogo “fortunato”, per non parlare del viaggio. Ma nonostante questo abbiamo deciso di ritentare la sorte il prossimo anno perché siamo stati davvero bene, abbiamo scoperto angoli deliziosi a cui avremmo dedicato più tempo se ne avessimo avuto la possibilità e... Ci siamo anche riposati!