La storia racconta che la Fiera di Sant’Orso di Donnas sia nata insieme a quella di Aosta oltre mille anni fa, due facce di una stessa medaglia: la fiera di Aosta per gli artigiani della città e dell’Alta Valle e quella di Donnas per la Media e Bassa Valle.
Secondo tradizione la fiera iniziava all’alba del 31 gennaio, all’uscita dalla prima messa, e terminava nel primo pomeriggio per dare la possibilità a tutti gli artigiani di rientrare a casa in tempo per la sera e per poter celebrare il Santo il 1 febbraio.
Sant'Orso: le origini del mito
Poco o nulla si sa delle origini di Sant’Orso, il santo più venerato della Valle d’Aosta, che viene sempre rappresentato con un uccellino sulla spalla - per l’amore verso gli animali - nella mano destra il pastorale e nella sinistra un libro. Era un uomo semplice che trascorreva le sue giornate in preghiera e che lavorava il legno, realizzando i tipici sabot valdostani.
La leggenda vuole che proprio dalla sua abitudine di donare ai poveri i tipici calzari in legno per proteggerli dal freddo sia nata la Fiera di Sant’Orso.
Sant'Orso: la Fiera del legno
Ai giorni nostri la Fiera di Sant’Orso di Donnas, detta la petite foire (la piccola fiera), anticipa di circa 2 settimane quella di Aosta svolgendosi intorno a metà gennaio nell’antico borgo medievale, location ricca d’atmosfera.
Tradizionalmente è una fiera di utensili in legno di uso agricolo o quotidiano come rastrelli, ceste, mestoli, cucchiai, ma nel tempo si è arricchita sempre più di oggetti di pregiata manifattura e valore artistico come statue e bassorilievi che ricreano momenti della vita in montagna.
Per me la Fiera è soprattutto ricordi. Ogni anno si scendeva a piedi in paese per andare alla fiera, prima di partire da casa si infornava la zuppa di cavoli che si sarebbe poi mangiata tutti insieme, rivedo mia mamma regolare la temperatura per essere sicura che non si bruciasse. Arrivati davanti all’arco d’ingresso del borgo c’era un momento di panico nel vedere quanto fosse gremito, ma poi piano, piano e stretti come sardine si iniziava la discesa guardando i banchetti di destra scendendo e quelli di sinistra salendo.
La tradizione vuole che comprare qualcosa porti bene per tutto l’anno. Non importa il valore dell’oggetto, basta un piccolo galletto tradizionale, ma si deve comprare qualcosa.
Anche un proverbio valdostano cita la giornata, dicendo:
“Se feit cllier lo dzor de sèn-t-Or, l'or baille lo tor et dor euncò pe quarenta dzor”
Ovvero che se il giorno di Sant’Orso (1 febbraio) c’è il sole, l’orso si gira nel pagliericcio e dorme per altri 40 giorni e cioè farà brutto tempo per 40 giorni.
Quest’anno la fiera di Donnas e anche quella di Aosta si fermano di fronte all'emergenza sanitaria.
Aspettiamo la Fiera di Donnas il prossimo anno, ancora più bella, che ricomincerà il giovedì sera con il concerto del Coro Viva Voce di Donnas alla Cappella di Sant'Orso.
Venerdì la Veillà che dal 2000 si svolge nelle vie del borgo medievale dove in oltre venti cantine si potranno assaggiare i piatti della tradizione. Saranno organizzati laboratori, attività per bambini, il tutto accompagnato da musica e canti.
Sabato la fiaccolata lungo le vie del borgo con la Banda Musicale e Santa Messa nella cappella di Sant'Orso.
Domenica a partire dalle 4 del mattino gli espositori inizieranno a prendere posto, alle 08:30 ci sarà l’apertura ufficiale e alle 17:00 si terranno le premiazioni.
Venite a trovarci nel 2022!
Info: Fiera di Sant'Orso di Donnas.
Foto: Grazie a Giulio Crivellari.